domenica 13 aprile 2014

Sportello Badanti e baby sitter del Comune di Milano operativo presso il Pio Albergo Trivulzio

Il tema di discussione della Commissione Diritti e Politiche Sociali del 9 aprile è stato il servizio dello Sportello Badanti e baby sitter del Comune di Milano, operativo presso il Pio Albergo Trivulzio.

Un servizio che mette in contatto la domanda e l’offerta di assistenti famigliari. È questo l’obiettivo dello Sportello badanti e baby sitter, aperto lo scorso 10 febbraio dal Comune di Milano e gestito in collaborazione con Pio Albergo Trivulzio e la cooperativa sociale Eureka!. Le persone iscritte all’Albo delle assistenti famigliari nelle prime due settimane di funzionamento dello Sportello sono 84. Il dato è stato reso noto durante la presentazione dell'iniziativa al Pio Albergo Trivulzio, con l’assessore alle Politiche sociali e Cultura della Salute Pierfrancesco Majorino, la presidente del PAT Laura Iris Ferro e la presidente della cooperativa sociale Eureka! Eleonora Bortolotti.

Lo Sportello ha sede presso il Pio Albergo TrivulzioPadiglione 13 (ingresso da via Trivulzio 15 e da via Bezzi 10). È inoltre presente un punto informazioni presso la residenza Principessa Jolanda  in via G.A. Sassi 4. Gli orari di apertura sono: il lunedì dalle 8.30 alle 13 e dal martedì al venerdì dalle 8.30 alle 17.30. I numeri di telefono sono 02.40297643 e 02.40297644, l’indirizzo email è: sportello.badanti@pioalbergotrivulzio.it

Lo Sportello Badanti del Comune di Milano si occupa della profilazione accurata del personale di servizio sin dal 2008. L' appalto triennale copre esclusivamente il costo del personale che è stato aggiudicato dalla cooperativa sociale Eureka! in Associazione temporanea di impresa col Pio Albergo Trivulzio. Sull'esperienza degli anni precedenti, è emersa una necessità di 50.000 badanti per la città di Milano.
La cooperativa si è occupata anche della realizzazione del portale Internet www.curami.net, dove trovare informazioni per assistenti famigliari ecc., consultazione dell'elenco delle badanti.

L'intento è quello di dare un servizio di supporto alle famiglie nella ricerca dell'assistente più affine al bisogno e di mettere in connessione più agenzie, le istituzioni, i soggetti che fanno formazione nell'ambito dell'assistenza famigliare.
Offrire alle famiglie e assistenti occasioni di aggiornamento e formazione, con dei partner dedicati a garanzia del Comune di Milano: su igiene della persona, cucina, sull'assistenza domestica, su mansioni in ambito domestico, sulle patologie.

Occorrono 3/4 giorni per l'assegnazione dalla prima richiesta di bisogno della famiglia per bandanti, colf e baby sitter.
E' necessaria una compartecipazione economica da parte delle famiglie, in base alla certificazione ISEE.

Allo Sportello si possono rivolgere le persone che chiedono di essere inserite nell’Albo comunale delle badanti e baby sitter e le famiglie che cercano un supporto per l’individuazione di personale specializzato. Il servizio offre informazioni sul contratto domestico e fornisce consulenza per la regolarizzazione contrattuale dell’assistente famigliare e la preparazione delle pratiche di assunzione (con Contratto di Lavoro Domestico). La media del costo per dipendente è di 1.600 euro lordi/mese.
Gli assistenti famigliari che si vogliono candidare non devono superare i 65 anni di età, anche se viene rilevato che c'è stata una forte richiesta di donne over 65. E' d'obbligo almeno 1 anno di esperienza referenziata.

In dieci giorni effettivi di apertura, allo Sportello si sono rivolte complessivamente 900 persone tra telefonate, presenze dirette o contatti via email. A richiedere informazioni sono soprattutto donne che cercano assistenti famigliari per persone anziane con problemi di Alzheimer o demenza senile. Vi è una domanda anche per aiuti domestici ad autosufficienti o per una generica richiesta di compagnia. Le persone inserite nell’Albo badanti e baby sitter sono, per la quasi totalità, donne (95 per cento). Rispetto alla loro provenienza, la nazionalità più numerosa è quella peruviana (22 per cento), seguita da quella italiana (21 per cento), ucraina (17 per cento), ecuadoriana e moldova (8 per cento).

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