venerdì 21 novembre 2014

Piazza d'Armi e la sua ridestinazione

Piazza d'Armi è quella vasta area di circa 400.000 mq., in disuso da anni ma rinaturalizzata spontaneamente in parte a bosco e in parte a prati, dell'ex poligono militare della Caserma Santa Barbara di Piazzale Perrucchetti. Principale polveriera e deposito di materiale esplosivo di Milano sin dalla fine del 1800. 

Numerose sono le testimonianze e i dati rispetto agli usi degli stessi sin dagli anni venti. Aerodromo negli anni 20, Poligono militare e sede di esercitazioni di artiglieria dal 1933 al 1943, zona di lancio ed esplosione di centinaia di ordigni, proiettili, fino a luogo deputato all'esplosione delle bombe aeree inesplose della seconda guerra mondiale. Esami e carotaggi dei terreni sono indispensabili in quello spazio enorme, per evitare che come in molte zone della città, tali aree vengano riconsegnate alla cittadinanza ed edificate senza effettuare analisi dei terreni e le eventuali bonifiche.
È importante fugare ogni dubbio sullo stato di inquinamento degli edifici e dei terreni coinvolti dalla riqualificazione.

Il Comune di Milano avrebbe ricevuto  l'area in cessione gratuita dal Ministero della Difesa e dal Demanio, a fronte di un protocollo di intesa, riguardante una proposta di progetti per la ridestinazione dell'area, per la parte dei magazzini di Baggio e della ex Piazza ad esclusione della caserma. 
Terzo incontro dove saranno esposti i progetti pervenuti al Consiglio di Zona 7

Il Consiglio di Zona 7 ha aperto alla cittadinanza un concorso d'idee per la riprogettazione delle zone coinvolte. Le proposte dovranno pervenire presso il Consiglio di Zona entro il 28 novembre (vedi le immagini per maggiori dettagli e email).
L'eventuale riconversione di parte dell'area in edifici abitativi la trovo alquanto anacronistica, dove a Milano ci troviamo con migliaia di case sfitte. 4000 abitazioni Aler e 2800 comunali. Per non parlare di quelle private…

Abbiamo sicuramente bisogno di spazi verdi ma anche di avere una visione più in grande e ad ampio respiro, non solo per gli abitanti della zona ma per tutta la città, per il turismo e per la (agri)cultura. Elementi che dovrebbero essere considerati fondamentali per la valorizzazione dell'area.

Se nel protocollo d'intesa vi fosse stata la riqualificazione di tutta l'area militare di Via delle Forze Armate, compresa la caserma Santa Barbara e l'ospedale militare, si sarebbe potuto ragionare con una visione più complessiva, su cosa potrebbe diventare per la città quest'ampia area della nostra Zona 7.
Probabilmente, in un periodo così difficile, dove ormai la politica è ridotta a navigare a vista, anche per le scarse risorse rimaste, ci si accontenta di poter fare solo piccoli passi. Forse perché non sappiamo vedere oltre alla "casa" come investimento sul lungo periodo e per la città, non solo per se stessi ma per le prossime generazioni.

Presentazione dei progetti entro il 28 novembre

giovedì 20 novembre 2014

Aggiornamento sulla nuova linea metropolitana M5 in Zona 7

Aggiornamento sullo stato dei lavori della nuova linea metropolitana milanese M5 in Zona 7, durante la Commissione Istruttoria Nr 06 Mobilità, Ambiente e Parchi dell'ovest di Martedì 18 Novembre presso la Scuola Secondaria G. Negri, in Piazza Axum, 5. Presente l'Assessore alla Mobilità P. Maran.

Di seguito i 3 video della presentazione alla cittadinanza:





lunedì 17 novembre 2014

Milano, solo acqua "da bere": Dissesto idrogeologico vs Via d'Acqua sud

Milano, lunedì 17 novembre 2014

In seguito alle due esondazioni in quattro giorni del Seveso e Lambro.

Giuliano Pisapia, Sindaco di Milano, dichiara: 
"Per quanto riguarda le Vie d'Acqua penso che si debba valutare l'opportunità, eventualmente anche con interventi normativi, che parte dei fondi oggi destinati a questa opera possano essere utilizzati per interventi strutturali necessari a risolvere in via definitiva le criticità idrogeologiche"
"Si potrebbe quindi pensare a realizzare esclusivamente la parte delle Vie d'Acqua indispensabile per garantire la messa in sicurezza del sito di Expo 2015. Ho già sottoposto la questione al Sottosegretario Delrio e spero ci possa essere una decisione in tempi rapidi"



Ma ad anticipare il Sindaco nello stesso giorno di lunedì 17 e a mettere in dubbio la Via d'Acqua Sud, è il Commissario unico di Expo, Giuseppe Sala: "Expo deve portare un contributo al problema dell'esondazione, drammatico""Non posso dire - precisa poi - se si possa 'girare' gli investimenti per le Vie d'Acqua in investimenti per il territorio", perché gli investimenti "sono legati a un decreto del governo che li destina. Ma anche da cittadino credo che non si possa rimanere insensibili al tema".

Milano, giovedì 13 novembre 2014

Alla Conferenza di Servizi permanente (per l’approvazione dei progetti del sito d’impianto dell’esposizione universale del 2015 e dei manufatti inclusi nel dossier di registrazione del grande evento) di giovedì scorso, MM (Metropolitana Milanese, che ha realizzato il progetto delle Vie d'Acqua nord e sud) ha finalmente presentato ufficialmente, carte alla mano, le varianti al progetto originario della Via d'Acqua Sud

La differenza sostanziale, che non ci trova impreparati per le comunicazioni del Commissario unico per Expo 2015 Giuseppe Sala del maggio scorso e, ricevute su nostra interrogazione comunale solo a luglio, è che il canale non sarà più a cielo aperto al Parco Pertini e in alcuni tratti del Parco di Trenno (cosa che avevamo già appurato durante i lavori dei mesi scorsi), nel Parco delle Cave e al Bosco in Città hanno tenuto conto di alcune osservazioni del Centro di Forestazione Urbana (Italia Nostra, che presento un progetto iniziale meno impattante sull'area coinvolta) che gestisce le aree. 

La questione di fondo è che gli ingegneri di MM non hanno tenuto conto del comunicato del Commissario unico di Expo, Sala, relativo al "piano B" del 25 Febbraio 2014 in cui dichiarava:

"Nel nuovo disegno la realizzazione dovrebbe limitarsi ad una pura opera idraulica che non interessa i parchi della corona urbana Ovest di Milano, ma che sarà in grado comunque di garantire il flusso d'acqua verso la Darsena e di svolgere una funzione irrigua per il sistema agricolo milanese."


A questo punto ci domandiamo che pasticcio c'è dietro alle decisioni prese, che sembravano definitive e poi hanno subito un cambio di rotta, anche qui poco chiaro...
Ricordiamo che dietro all'appalto di 45 mln di euro, vinto dalla Maltauro SpA (consorziata con la società Tagliabue) con un ribasso sospetto del 23%, si è accertata la turbativa d'asta in seguito ai diversi indagati e mandati di arresto da parte degli inquirenti. 

I destinatari degli ordini di arresto per Expo 2015, sono stati Gianstefano Frigerio, 74 anni, nato a Cernusco sul Naviglio (già parlamentare ora Presidente del centro culturale "Tommaso Moro" e collaboratore dell'ufficio politico del PPE a Bruxelles); Sergio Cattozzo, 67 anni di Ceregnano (RO) (già segretario regionale UDC della Liguria); Luigi Grillo, 71 anni di Carrara (MS) (già Senatore della Repubblica); Primo Greganti, 70 anni di Jesi (AN) (faccendiere); Enrico Maltauro, 58 anni di Vicenza (Amministratore delegato della Giuseppe MALTAURO SpA di Vicenza); Angelo Paris, 47 anni di Seregno (MI) (Direttore generale divisione costruzioni e demolizioni di EXPO 2015 Spa); Antonio Giulio Rognoni, 53 anni di Milano (già amministratore delegato di Infrastrutture Lombarde, attualmente agli arresti domiciliari per altra vicenda giudiziaria). 

Infine, per il momento, il 14 Ottobre scorso sono stati arrestati l'imprenditore Domenico Maltauro, il cugino di Enrico, e ad Andrea Castellotti, manager della società Tagliabue e facility manager Padiglione Italia Expo 2015 Spa. Antonio Acerbo, 65 anni, direttore Construction del Padiglione Italia e commissario delegato di Expo 2015 per il progetto "Vie d'acqua".

Scoperchiata la cupola della nuova tangentopoli, il Commissario straordinario anticorruzione, Raffaele Cantone (presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione), si è riservato fino all'ultimo nel commissariare l'azienda costruttrice Maltauro e non ha ritenuto opportuno chiedere la revoca dell'appalto. La procedura di revoca poteva essere fatta in casi estremi, e in questo caso specifico riteniamo proprio che lo sia.

Il Comune di Milano, pur avendo una quota rilevante di Expo SpA e controllando in toto MM SpA, ha sempre fatto lo scarica barile sul Commissario unico per l'ultima parola sulle decisioni da prendere. Sono ormai relegati alla storia i numerosi confronti e incontri tra i comitati No Canal e No Via d'Acqua col mediatore di fiducia del Sindaco Pisapia, Confalonieri e l'assessora De Cesaris. Tanto tempo speso in parole e proposte al vento, tanto fumo e niente arrosto.
Quantomeno si è preso del tempo e si è dato un aiuto agli inquirenti a far luce sulla più "grande opera" accessoria del sito di Expo, inutile e costosa per i cittadini milanesi.

Sostanzialmente il progetto è molto simile ai disegni che ci fece vedere Confalonieri, tranne alcune integrazioni che si inseriscono nei progetti di sviluppo del Parco delle Cave sviluppate in collaborazione col CFU (Centro di Forestazione Urbana) Italia NostraEliminati alcuni tratti di ciclabili e i totem/fari.


La Via d'Acqua Sud è divisa in tre parti:

Stralcio 1 - dal sito al canale Olona è quello che vediamo presidiato giorno e notte dalle Forze dell'Ordine e finirà ad Aprile 2015;

Stralcio 2 fase 1 - dall'Olona al deviatore Olona definito di limitate dimensioni per non limitare la fruibilità dei parchi, consiste nell'interramento con tecnica microtunnel di tubi diametro 1800/2200 mm nei parchi Pertini e Trenno. Il tracciato è quello che conosciamo già tranne al Bosco in Città che è stato riallineato lungo il canale su suggerimento di Italia Nostra CFU. Termine dei lavori estate 2015.

Stralcio 2 fase 2 - dal deviatore Olona al Naviglio verrà eseguito post Expo sempre tenendo conto dei suggerimenti di Italia Nostra, come l'interramento di un tratto nel Parco delle Cave e la deviazione di parte dell'acqua sul fronte est del parco nei fontanili asciutti. 
Riprogettazione dello sbocco nel Naviglio per evitare il moto ondoso che disturba i natanti.
A partire da Dicembre di quest'anno inizierà il collaudo dell'anello attorno al sito di Expo e scaricheranno l'acqua nel torrente Guisa fino a Gennaio 2015, poi fino a Luglio nel fiume Olona.

Tutto questo con maggiori costi previsti per 5.180.000 di euro, come sempre, a carico di noi cittadini milanesi.

Grazie a Stefano Limido, portavoce di Zona 8, per il suo contributo in Conferenza di Servizi.

Cascina Linterno. Il rebus restauri

Corriere della Sera,
lunedi 17 novembre 2014

CASCINA LINTERNO. IL REBUS RESTAURI
di Franco Morganti

Sono partiti in questi giorni i lavori di risanamento conservativo alla Cascina Linteno, di cui ci siamo già occupati su queste colonne. Ne siamo felici. Il ritardo è dovuto a un intervento del TAR sollecitato da un costruttore escluso dalla gara e poi riabilitato. Purtroppo la felicità è durata poco. Infatti il CSA Petrarca, l'associazione che da tempo si batte per la valorizzazione dell'antica dimora petrarchesca, non consultato dal Comune di Milano appaltante, né invitato al gruppo di lavoro che affianca I'amministrazione, si è rivolto a un noto amministrativista quale I'avvocato Francesco Perli che ha provveduto a redigere due esposti: uno al ministro per i Beni culturali, Dario Franceschini e un altro al presidente dall Autorità nazionale anticorruzione, Raffaele Cantone.

L'idea di formulare esposti anziché ricorrere direttamente all'autorità giudiziaria rimarca lo spirito costruttivo dell'associazione. I lavori appaltati infatti ignorano I'esistenza di affreschi e del vincolo
monumentale della Soprintendenza. Ciò fin dalla concezione del progetto dei lavori, inserito fra le opere in preparazione di Expo 2015, forse per fruire delle semplificazioni amministrative applicate a questo eyento, ma del tutto improprie per un bene monumentale. La stessa cosa nella redazione della gara d'appalto, non rivolta soltanto ad imprese qualificate per intervenire su beni culturali. Poiché queste osservazioni erano già state rivolte all'amministrazione, questa rispose che aveva redatto un nuovo progetto. Agli atti questo non risulta, è cambiata solo la copertina dove si trova una data del 2014.

Il resto è invariato, compresa l'anomalia di un progetto del 2013 che dovrebbe tener conto delle osservazioni della Soprintendenza del 2014 relative agli affreschi.
Infine il prezzo dei lavori, per un milione e 118 mila euro, applicato a circa 300 metri quadrati, con un costo unitario di 3.700 euro, spropositato per un intervento conservativo. Di qui l'esposto anche a Raffaele Cantone. Se iI ministero non interverrà, gli affreschi di età petrarchesca saranno compromessi dalla realizzazione di servizi igienici e scale di servizio senza provvedimenti tecnici di conservazione. Non sarebbe il caso che il sindaco Giuliano Pisapia avocasse a sé l'intera questione, ridistribuendo la delega all'assessorato di competenza trattandosi di un bene culturale?
Non sembra in effetti un problema urbanistico, né di edilizia privata e la destinazione agricola della cascina appare francamente un minus rispetto alla sua importanza culturale.

© Corriere della Sera



sabato 1 novembre 2014

Persevera lo scarico abusivo di rifiuti e amianto in Via Caio Mario

Nella mattinata di giovedì scorso, abbiamo fatto intervenire la Polizia Locale del Nucleo Ambiente nella Via privata Caio Mario per l'ennesimo scarico abusivo di vecchie coperture in eternit, altri materiali inerti e di vario genere. 

Il sopralluogo dei Vigili è stato tempestivo delimitando l'area. Entro 48 ore dalla nostra segnalazione dovrebbe intervenire l'azienda addetta (a cui Amsa ha assegnati l'appalto) al recupero e al trattamento dei rifiuti pericolosi come l'amianto.

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